Ho infinite cose da raccontarvi sull’isola/quartiere di Sodermalm a sud di Stoccolma, dove abbiamo soggiornato per una settimana in una casa meravigliosa e solare del circuito dello scambiocasa. Per questa volta vi porterò con noi nel parco di TantoLunden e le casette di TantoNorra, fino agli straordinari affacci, porticcioli e lidi urbani sul Lago Malaren (come nella foto in alto). Di qui un ponte ci porterà nella romantica isola di Langholmen a scoprire uno dei nostri posticini più speciali che ci ha aiutato a comprendere cosa hanno davvero nel cuore gli Svedesi…

Il Parco di TantoLunden

Tantolunden è il parco nella parte occidentale dell’isola di Sodermalm in cui siamo tornati e ritornati perché uno di noi 3 ha deciso che questo era il posto in cui sarebbero inderogabilmente cominciate e finite le nostre giornate: con il sole, con la pioggia, con il caldo o con le tempeste (a dire tutta la verità tempeste non ce ne sono state, ma per noi non avrebbe comunque fatto differenza).

Ci vengono I bimbi con le mamme, gli joggisti, qualcuno vi pratica il Tai-chi o semplicemente si viene qui a leggere un libro ed a prendere il sole, prati e boschi si alternano. Insomma un comune parco cittadino, verde e pulito quanto si può desiderare. Non fosse che…

Le casette della TantoNorra Allotment Area

Non fosse che, se lo attraversate seguendo la strada ZinkensVag, vi troverete a costeggiare I condomini che su questo parco si affacciano (beati loro!) e poi comincerete a vedere una serie di deliziose casette in legno piccole abbastanza da sembrare uscite da un racconto di fiabe, grandi abbastanza da sembrare reali e per adulti e non case per bambini. Si tratta di uno dei lotti di terra redistribuiti fra I cittadini mediante apposite associazioni.

Durante la Prima Guerra Mondiale (e subito dopo) era difficile procurarsi verdure fresche da mangiare, e ben 300 associazioni nacquero in Svezia per  concedere piccoli pezzi di terra ai cittadini che ne facessero richiesta. Tanto Norra fu creata nel 1919 e comprende ben 93 parcelle di terreno, molte delle quali con una piccola abitazione.

Oggi verdure e frutta se ne trovano in abbondanza nei supermercati, ma i lotti sono ancora gelosamente custoditi gelosamente dai rispettivi proprietari che ne curano ogni minimo dettaglio dentro e fuori. Tutte sfoggiano piccoli orti dove si coltivano pomodori, zucchini, carote e verze tra mille allegri fiori. Spesso sono arrampicate tra le mille rocce che caratterizzano Stoccolma, sicché piccole scalinate, rallegrate da conchiglie, gnomi, figure in legno, lampade in latta e panche romantiche si alternano alle tipiche staccionate rosso falun.   

I lotti possono essere rivenduti solo tramite l’Associazione di appartenenza che ne stabilisce il prezzo ad evitare che valutazioni esclusivamente di mercato rendano le ambite proprietà appannaggio di soli ricchi benestanti. Ad oggi la Federazione Nazionale Svedese conta ben 26mila associati in tutta la nazione. Prova che il programma funziona e soprattutto che gli Svedesi adorano prendersi cura di queste mini-fattorie dalle dimensioni micro ma dal cuore grande.

Passeggiata lungo BergsundStrand

Usciti dal parco si arriva sul Lago Malaren, in un entusiasmante alternarsi di moli, porticcioli, skyline moderno, lidi in cui la gente si bagna e si tuffa allegramente. Fino a 100 anni fa BergsundStrand era uno dei siti industriali più grandi di Svezia, fin dal 1760 fu creata una imponente fonderia, si producevano prodotti industriali come anche pentolame ed utensili per la casa. Qui vivevano migliaia di operai, grandi navi andavano e venivano coi loro carichi. Nel 1830 vennero installati I motori a vapore e nel 1860 La Bergsund Mekaniska era una delle fonderie Svedesi più rinomate. Ma i tempi cambiavano e nel 1929 gli impianti chiusero.

La cosa straordinaria è che non solo gli stabilimenti industriali vennero interamente demoliti. Non solo case residenziali ne presero il posto, ma l’intero quartiere fu pianificato con strade spaziose ed alberate, cortili luminosi e verdeggianti…. Ed oggi nessuno crederebbe mai che qui operarono fabbriche ciclopiche. Solo lontano sulla riva opposta un cementificio, circondato dal verde ricorda quel lontano passato.

Bisogna venire qui per vedere l’altra faccia di Stoccolma, quella che non si trova a Gamla Stan e nell’indaffarata City. Potremmo essere a Sidney, come a Vancouver, quelle grandi città in cui natura ed uomo sembrano trovare un felice equilibrio. Dove il verde ha un tocco selvaggio, dove si può nuotare, fare jogging, andare in kayak. Dove è normale possedere anche solo una piccola barca per lasciarsi andare ad emozionanti esplorazioni urbane da un punto di vista diverso.

L’Isola verde di Langholmen

Siamo sul ponte che porta a Langholmen. Fin da subito ci è chiaro che la città sta per cambiare di nuovo. Stoccolma è come una salamandra che cambia pelle di quartiere in quartiere. Qui c’è il porticciolo pieno di barche, e di fronte l’angolo romantico tra i due canali che la separano da Reimersholme, pare d’essere in un mondo dove più rurale dove il tempo è tornato a scorrere più lentamente. Quanto a Reimersholme è solo l’ennesima isola, un’altra piccola tessera di quel grande puzzle di lembi di terra che è Stoccolma.

Ci inoltriamo nel verde, ma abbiamo fame stiamo quasi per fermarci al primo bar, ma un cartello agli inizi del parco “Stora Henriksvik Café” ha attirato la mia attenzione. Non sappiamo quanto sia lontano ma quando sono in modalità segugio, il che di solito vuol dire che qualcosa di speciale ci aspetta…

Stora Henriksvik Café – Isola di Langholmen

E difatti, arriviamo (solo qualche centinaio di metri dopo) in uno di quei posticini che da soli valgono l’intera camminata. Lo Stora Henriksvik Café si trova in una delle tipiche casette in legno giallo, nel mezzo della foresta, con mare e spiaggia di fronte. Alberi e fiori ovunque. Un giardino di piante aromatiche circondate da lavanda. Sono aiuole informali che paiono nate per caso, ed invece sono il frutto di cura di giardiniere dal cuore sensibile. Il patio con le sue balaustre bianche ed i pannelli a nido d’ape sembra appartenere ad un’altra epoca.

E non siamo ancora entrati.

Si hanno tracce dello Stora Henriksvik fin dal 1647 quando era una casa della Dogana, e qui a Langholmen si appoggiavano le barche dei doganieri pronti ad inseguire gli eventuali naviganti distratti che avessero cercato di entrare a Stoccolma senza prima fermarsi dai Doganieri.

Divenne poi casa residenziale di alcuni ricchi commercianti tra cui Henrik Tiselius che ha dato alla casa l’aspetto attuale ed il nome. Poi ancora divenne ufficio postale e dal 1978, dopo anni di storia e di vita piena, fu lasciata vuota, abbandonata a se stessa.

Nel 1992 Christina Trapp Bolund e Lasse Helgö hanno ristrutturato la casa, il giardino verso il lago Malaren fu interamente ricreato:

“Lasse e Christina hanno ristrutturato la casa e il giardino con materiali e colori utilizzati nel XVIII secolo. La casa è stata decorata in stile settecentesco con pittura trompe l’œil, neoclassicismo, influenze cinesi e altri tratti tipici della libertà e Gustav III a Stoccolma. Il giardino è stato ristrutturato in una tipica fattoria in legno di quercia, dove la nobiltà del XVIII secolo e la borghesia delle città coltivate per esigenze abitative”

Le sale del caffè sono una più incantevole dell’altra. Lo studio, tinteggiato in un severo verde scuro per aiutare la concentrazione, con un armadio di legno massiccio ed un piccolo scrittoio dove alcune lettere rigorosamente vergate a mano, chiedono un’ultima lettura prima di essere spedite. Un’intima sala con una antica stufa di metallo, una una credenza vetrina in legno scuro, ed un tavolino con antichi boccali di birra, di quelli in metallo con coperchio, e le carte di una partita appena sospesa per un tuffo a mare. Il soggiorno chiaro e luminoso, sulle sue pareti sono dipinti arbusti in fiore e qualche uccello tra I rami come nelle stampe giapponesi, e tra le finestre una mensola in legno scuro ospita l’immancabile candela In un’altra stanza una stufa in ceramica smaltata tutta bianca a contrasto cone le pareti giallo ocra ed gli alberelli di mele rosse dipinti sulle pareti.

E poi c’è la cucina, con l’antico focolare rialzato tutto di bianca calce e l’immancabile pentola di rame sul fuoco. Qui una piattaia di legno bianco ospita un minuscolo mandolino ed una collezione di piatti di porcellana cinese che raffigurano pagode, torrenti e ponticelli, una collezione di tazze da tè dove piccoli uccelli si rincorrono far un manico ed un orlo.

Ma il vero protagonista della cucina è il bancone dove una scelta di dolci e dolcetti fatti in casa è in esposizione a tentare anche i meno golosi. Tra alzate che espongono tranci di torta decorati con con allegria, cupcake, cestini di vimini colmi di fragranti Kanelbullar, piatti con quadrotti di torta alla carota, scuri scuri con un sottile strato di bianca glassa. E poi le lavagne con i menu che rivendicano che molti delle tante verdure ed insalate usate provengono direttamente dall’orto di fronte….

Al solito il nostro assalto ai piatti non ammette ingerenze da parte della macchina fotografica. Solo una volta a pancia piena, felici come solo quando un posticino delizioso mantiene anche la più importante delle promesse, piatti di grande qualità, solo allora mi ricordo di essere (o voler essere) una blogger e che a queste cose dovrei fare maggiore attenzione. Ma sono promesse e propositi da marinaio: presto fatti e presto dimenticati 🙂

Il caffè sulle sdraio, sotto gli ombrelloni sul praticello verde, con sprazzi di mare tra gli alberi, è uno dei piaceri da non dimenticare. Che fatica alzarsi, dare un’ultima occhiata, rimettersi in cammino tra I viottoli del giardino. Lo sguardo cade tra fiori ed alberi, su quei fagiolini verdi che sono finiti nel nostro piatto.

Di nuovo su strada…

E siamo di nuovo su strada a notare bagnanti coraggiose. Ci aspetta ancora un parco da attraversare tra la foresta e le rocce. Ancora il Malaren e nuove viste sulla città.

Noi abbiamo poi voluto approfittare di questa giornata assolata e meravigliosa per prendere la metro su Langhomsgatan e visitare lo Skogskyrkogarden, il Cimitero del Bosco divenuto Patrimonio Unesco nel 1994 . Non mi sarebbe dispiaciuto però neppure continuare a passeggiare lungo il SoderMalastrand perché da qui ci sono viste meravigliose su Kungsholmen (dove si trova il Palazzo del Municipio di Stoccolma – Stockholms Stadshus), e le facciate colorate dei palazzi nobili che invitano scattare più foto…

Ma ci sono tantissime altre cose da vedere ed (ohibò!) assaggiare a Sodermalm, appena possibile le troverete in un secondo post dedicato a questa isola/quartiere della Capitale Svedese.

PS Se volete godervi un caffè (e ben altro!) nello straordinario Stora Henriksvik Café controllate che sia aperto ed a quali orari. Ci sono il Sitoweb e la pagina Instagram

Volete saperne di più sul nostro viaggio in Svezia?

Questo articolo fa parte del nostro On-the-road in Svezia:

qui trovate un post che racconta il viaggio e la descrizione dell’itinerario 

Una passeggiata tra le isole di Sodermalm e Langholmen – Stoccolma
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3 pensieri su “Una passeggiata tra le isole di Sodermalm e Langholmen – Stoccolma

  • Dicembre 14, 2017 alle 11:34
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    Avevo letto della questione dei piccoli orti urbani, ma quando sono andata a Stoccolma me li sono lasciati sfuggire!
    Il caffè è davvero bellissimo, si vede nella foto che anche a frodo è piaciuto 😍

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    • Dicembre 14, 2017 alle 12:51
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      Tu avresti adorato quel caffé e non avresti mancato di scattare foto favolose dei piatti serviti. Io più che Food Blogger posso fare solo la Food Eater, mangio col naso con gli occhi con la bocca e solo a pancia piena mi ricordo che avrei dovuto fare qualche foto prima!!! Si A Frodo è toccato qualche boccone di salmone di cui ancora conserva uno squisito ricordo 😀

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Quattro chiacchiere ed una tazza di... te!

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