Sarà bene confessare la verità. Quando abbiamo programmato questa intertappa nel cuore della Provenza fra lo scambio casa nell’Ubaye e lo scambio casa in Linguadoca, avevo un’unica mira: Les Carrières de Lumières, un spettacolo immersivo fra le grandi opere rinascimentali in un’antica cava di pietra con le mura alte fino a 15metri. Certo sapevo che ci sarebbe scappata una passeggiata ed una cena in uno dei “soliti” deliziosi paesini provenzali, ma nulla di più. Ignoravo completamente che Les-Baux-de-Provence fosse una cittadella fortificata tra rocce di tufo, in una posizione privilegiata per osservare la natura d’intorno, valli e vallate immerse nella profumata macchia mediterranea, da lassù sovrasti Les Alpilles e la valle dell’Infernet, e più sotto osservi quelle formazioni di roccia che formano un paesaggio così insolito… “un vrai choc estethique” commenta la nostra Guide du Routard. E mica sbaglia.
Il Borgo Storico di Les-Baux-de-Provence
Andiamo per ordine. La mattina presto lunga passeggiata col cane nella pineta, per poi abbandonarlo in albergo (siamo alloggiati a Maussane les Alpilles), infilarsi in auto per andare a vedere i Carrières dove i cani non sono ammessi. Di nuovo in auto a recuperare il cane, e di nuovo a Les Baux per esplorarla tutti assieme. Tanto per darvi un’idea delle piccole peripazzie cui si deve far l’abitudine se si viaggia con il cane…. (ma credetemi, ne vale tutta la pena!).
Dunque torniamo a Les-Baux nel momento di massimo flusso turistico, siamo in pieno agosto, siamo non in tanti, di più. Eppure, nonostante la calca, la cittadina conserva il suo fascino. Merito dell’organizzazione, parcheggi lontani, della strapulizia, dei negozi accurati e scelti che non deturpano ma aggiungono fascino ai luoghi, dei bar e ristoranti tutti carini ed arredati con gusto anche quando hanno prezzi se non popolari non da ristorante di lusso. Intendiamoci la folla è tanta cosa ma si è fatto del proprio meglio per gestirla. Il trucco poi è, come sempre, lasciare le vie principali per perdersi nelle stradelle secondarie (che non sono tantissime, Les-Baux è davvero piccina). Comunque Les-Baux-de-Provence col suo bianco abbacinante, le sue viuzze lastricate, le sue chiese ed i suoi larghetti non può che sedurre anche i cuori più duri. Noi, tipicamente, non offriamo grandi resistenze.
Il Castello di Les-Baux-de-Provence
Solo nel tardo pomeriggio (dopo un bagno in piscina nel nostro B&B) prendiamo la strada del Castello. Perché a Les-Baux cittadina di 443 abitanti, le attrattive sembrano non finire mai: lo spettacolo dei Carrières de Lumières, il borgo delizioso, il Castello Fortezza in alto che è un vero parco che si estende su ettari ed ettari di superficie. Antiche mura, torrioni tra cui arrampicarsi, catapulte in legno e altri marchingegni d‘assedio per un viaggio ai tempi del Medioevo. Tante le animazioni previste per i bambini, dalle prove con l’arco, agli stand degli artigiani. Noi arriviamo che queste sono già finite, in compenso la folla va via e noi abbiamo l’intera area per noi, in pieno agosto, di più siamo al tramonto quando la pietra locale si satura di un colore meraviglioso tra arancio ed ocra. Un venticello spazza via la foschia ed a noi si apre lo spettacolo di una Provenza vista dal cielo, continuazione reale dello spettacolo (un video di 15 minuti da non perdere!) che apre il tour nella chiesetta in pietra di Sainte Blaise (XIII secolo).
La sera ed il buio a Les-Baux-de-Provence
Quando con l’oscurità scendiamo dal castello al piccolo centro, Les-Baux pare un altro villaggio, i turisti sono spariti: di tutti quei bar, ristoranti che riempivano il paesello non ne restano aperti che 2-3. Ceniamo non tanto per mangiare qualcosa di memorabile, ma per avere la scusa, dopocena, di muovere altri due passi nel paesello ora completamente vuoto, negozi chiusi, lampioni gialli e solo l’eco dei nostri passi. Incantevole.
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