Ci siamo lasciati la cittadina industriale di Ruzomberok alle spalle per infilare una stradina dapprima anonima, poi sempre più stretta, improbabile e verde. E quando questa comincia a salire dolcemente su pendii collinari, si potrebbe essere in Inghilterra: verdi pascoli ondulati, staccionate di legno, pecorelle sparse qui e lì come fiocchi di bianco in un idilliaco quadro dell’800. Lasciata la macchina si intravvedono le prime abitazioni, con i loro tetti tipici, verticali e ricoperti di lunghi listarelli di legno che faranno scivolare in basso i manti di neve. Sono abitazioni coloratissime, come se un pittore avesse deciso di provare ad usare ognuno dei colori della sua tavolozza. No, da quando metti piede tra le casette di Vlkolinec sai che non puoi essere che in Slovacchia.
Vlkolinec raccoglie ben 55 case lignee tradizionali, il vecchio pozzo dal quale ancora si prende l’acqua per l’intero villaggio, ed il campanile della Chiesa della Santa Vergine datato del 1770. Ci sono un museo, una galleria che espone i manufatti locali, una sorta di museum-shop dove acquistare prodotti dell’artigianato locale, un piccolo pub all’aperto in cui mangiare un boccone, il cimitero del villaggio. Ma attenzione, Vlkolinec non è uno skansen per almeno due ragioni. 1) Qui le case sono tutte originarie, non sono state smontate e ricostruire per creare un museo ad hoc. 2) Inoltre questo straordinario museo all’aria aperta è ancora abitato da 19 fieri residenti. Le altre case sono usate come seconde case da Slovacchi che ci si rifugiano durante le ferie. Dal 1993 Vlkolinec è stata dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità tutelata dall’Unesco.
Difatti se si è liberi di girare fra le tante casette e visitarne alcune, i turisti sono invitati a non inoltrarsi su altri vicoletti per tutelare la privacy degli abitanti. Vi è mai capitato di pensare ad un museo o skansen che di notte, andato via anche l’ultimo turista, prenda vita sua? Ecco qui a Vlkolinec è quello che avviene ogni sera.
Oltre i 19 residenti in carne ed ossa, ci sono altri abitanti a Vlkolinec, si dice che a sera, quando i primi vanno a dormire ci siano loro a ripulire e prendersi cura del villaggio, a mungere le mucche, accendere i camini, tagliare la legna, curare i giardini.
E poi ci sono le finestre dai mille colori, il nostro pittore ama i contrasti: il verde acero con il terra di Siena bruciata, il giallo canarino con l’amaranto, l’azzurro cielo con un giallo sole, la sua fantasia non ha limiti.
Il Sentiero per la Fattoria
Alle spalle del villaggio un piccolo sentiero risale la collina, una breve escursione che vi porta a guardare il paese dall’alto e vi fa apprezzare la natura che lo ospita. Lo abbiamo percorso sotto la pioggia fino ad arrivare alla piccola fattoria degli animali domestici, e dove lo sguardo si perde fra onde di boscose colline. Sono certa che i bambini apprezzeranno e che la camminata accresce il senso del fiabesco che ammanta questo piccolo villaggio, così lontano dai luoghi comuni.
Un quasi-incontro inaspettato
Andando via nel parcheggio abbiamo notato una Focus targata Italia, la cosa ci ha stupiti, non ci sono molti Italiani in Slovacchia, figuriamoci nei Tatras, figuriamoci a Vlkolinec. Così sebbene in viaggio spesso tendiamo a rifuggire gli Italiani (nessun rancore, ma cari miei connazionali ci vediamo per tutto l’anno, almeno in ferie lasciatemi conoscere popoli altri 😉 questa volta ci siamo incuriositi. L’auto era strapiena di cose (persino un pacco di carta Scottex posato sulla cappelliera), ma soprattutto ci ha attratto il bauletto pieno all’inverosimile di stickers provenienti da tutto il mondo. Dei veri vagabondi, è cominciato a piovere e non ho potuto lasciargli un biglietto, una nota, perché questi italiani qui avrei voluto conoscerli ma per davvero!
MAP