Quando volete un po’ di pausa dal caos di Piazza di Spagna, un break dalle vetrine lussuose di (ed orde di gente che girano per) Via del Corso e Via del Babuino, potreste non dover fuggire fino a Villa Borghese ma vi basterà più semplicemente svoltare l’angolo: da Piazza di Spagna infilate Via del Babuino, quindi la prima a destra (ma anche la 2°, 3° o 4°) e sarete in Via Margutta. Qui i palazzi (sempre nobili, intendiamoci) hanno inspiegabilmente un’aria più campestre, il traffico è di soli pedoni, e la sua velocità e ritmo sono decisamente meno frenetici e più rilassati.
In Via Margutta le piante in vaso trionfano, l’edera si arrampica sui muri, dalle cancellate dei palazzi si vedono bei cortili circondati di verde, persino qualche pergolato, e sullo sfondo il verde del Parco di Villa Borghese tutto sovrasta.
Un tempo Via Margutta era solo il retro delle boutique chic di via del Babuino, laddove i fornitori si affaccendavano in operazioni di carico e scarico senza importunare la vista dei ricchi clienti e far sfigurare le preziose vetrine. Poi man mano si andò popolando di artisti e viaggiatori stranieri che restavano colpiti da questa sua aria un po’ fuori dal mondo. Essere fuori Roma… nel pieno centro di Roma, non da tutti!
In Via del Babuino lo sguardo è fisso sulle vetrine e la gente che ti circonda, in via Margutta lo sguardo va verso l’alto, al contrasto di colori tra cielo e palazzi, a perdersi tra i rami d’edera, tra le chiome delle palme. Di domenica poi, vi si respira un’aria casareccia, di quartiere alla mano, dove ancora ci si incontra e si organizzano cose.
Via Margutta è dall’autunno 1953 sede dell’Associazione “100 Pittori di Via Margutta” che due volte l’anno organizza grandi mostre lungo la strada, oltre ad ospitare tanti eventi durante l’anno e mantenere viva la comunità di artisti, sancisce il loro statuto:
“Gli artisti che espongono le loro esperienze vogliono anche testimoniare con la loro presenza l’attaccamento a questa via e cercano di farla rimanere strada consacrata all’Arte e sono riusciti, finora, a non trasformarla in una via aperta alle molteplici attività commerciali che ne avrebbero snaturato la caratteristica peculiarità che è ARTE ed ARTIGIANATO”
è dunque grazie a loro che oggi ancora possiamo respirare quest’aria tutta speciale che la distingue dalle altre strade del centro.
Così che non mi sono stupita quando al numero 51 ho trovato l’accesso al cortile aperto, bimbi che giocavano, adulti seduti su panche a discutere, ed una mostra libera.
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Oltre la superficie – I bassorilievi di stoffa su tela di Rita Ettore a cura di Diana Alessandrini
Dal cortile c’è l’ingresso ad una sala con ballatoio interno e qui la mostra di lavori di Rita Ettore, tutti in stoffa, tutti sorprendenti come quel “cappello in fascinazione” che osa volare sulla massa degli altri col suo allegro fiocco rosa, un bucato sospeso tra fili e mollette, una donna che cerca frammenti di sé in un piccolo specchio. Sono tutti oggetti e momenti della vita quotidiana, riproposti come “attimi rubati”, “istanti sospesi”, in questa forma d’arte fatta di mille rocchetti colorati.
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Mappa Via Margutta:
Per fuggire alla folla e ricrearvi lo spirito in via Margutta “da Piazza di Spagna infilate Via del Babuino, la prima a destra (ma anche la 2°, 3° o 4°) e sarete in Via Margutta”:
Amo questa strada. Ogni tanto mi assale la nostalgia di Roma, dove ho vissuto per un po’, e ripenso proprio a via Margutta e ai suoi “giardini segreti”. Grazie per questa passeggiata!
Non so cosa darei per poter dire “quando vivevo a Roma…” e sentire che un pezzetto di questa città in qualche modo mi appartiene. Ma vedo di metterne assieme una “tesserina alla volta” come fosse un grande mosaico. Hai qualche altro posticino tutto speciale da raccomandarmi da insider?