Una delle tappe indimenticabili del nostro viaggio in Bretagna è stata la visita alla Roche Jagu, un antico maniero che ha ospitato per l’estate una mostra curata da Annick LeGuerer, una delle grandi esperte di profumo di questo secolo, i cui libri ho semplicemente adorato. Mi limito in realtà a ricopiare un articolo che avevo a suo tempo pubblicato sul blog della mia profumeria, ma che funziona pari pari per Turisti per Sbaglio.
Siamo in uno dei giardini più belli della Bretagna, che si sviluppa intorno ad un castello che ha mantenuto intatto il fascino dei tempi passati, nei suoi stretti passaggi nei torrioni, i pavimenti in mattoni di cotto diseguali, la pietra esterna e la struttura portante in legno a vista. Dalle finestre vertiginosi affacci sul parco e sul mare del nord, che le maree ridisegnano continuamente, e perciò mai uguale a se stesso.
In questo contesto eccezionale si racconta la storia dei profumi, con la possibilità di ammirare preziose bottiglie appartenenti al passato, e soprattutto di poter “sniffare” questi profumi che hanno fatto storia: dall’Origan di Coty a Jicky di Guerlain a Joy di Patou, ma anche profumi antichi mai pervenuti a noi, ma ricostruiti dai nasi profumieri secondo le ricette ritrovate.
Mi piace come questo percorso di storia del profumo integra classiche vetrinette e pannelli con postazioni olfattive, video tratti dal cinema, libri, quadri, ed interviste a nasi famosi.
La sala delle materie prime, dove finalmente ho sentito l’odore della “civette”. Come molti odori in profumeria, pare assolutamente disgustoso, incredibile come poi, nelle percentuali giuste ed in combinazione con altre essenze, siano proprio le materie prime più nobili e quelle che conferiscono carattere e personalità ai profumi.
Di sotto l’albero delle famiglie olfattive disegnato con il ferro battuto:
La biblioteca del profumo, che passa necessariamente per antichi erbari, libri di giardini, poemi e poesie. Tanti volumi tra cui vorrei essere lasciata per qualche giorno.
Ma è l’ultima sezione quella che più ci ha colpito. Quella che mira direttamente alle emozioni che ciascuno di noi collega ai profumi. A tutti quelli che lavorano tra questi giardini e castello è stato chiesto di descrivere quali odori meglio descrivono la Roche Jagu e perché. Ne è nata una sala magica in cui libri sospesi nell’aria raccolgono tutte queste impressioni, le identificano in un oggetto, e le traducono in parole. I libri sono sospesi nell’aria, quasi a simbolizzare la soggettività, la leggerezza ma anche l’aleatorietà del comunicare un profumo, o un luogo, un ricordo, un’emozione attraverso i profumi.
Ho raccolto citazioni, suggerimenti di film da vedere, libri da leggere, e l’idea di raccogliere tutto quanto trovo in giro che parli di profumi anche nel più quotidiano dei gesti.
Una volta usciti dal castello, abbiamo recuperato il cane ed approfittato della passeggiata in questi giardini sospesi tra mare e foresta, tra camelie ed ulivi, ortensie e felci per concludere la visita e far sedimentare pensieri ed idee.
Che posto magnifico! Magari lì potrei scoprire il profumo adatto per me! Proprio ieri sono stata in una profumeria a Londra che si chiama Le Labo e ho provato qualche profumo, ma nessuno mi ha convinta fino in fondo.
Abbiamo visitato anche noi le labo di Londra ma il posticino che ci ha stregati è stato un venditore di profumi arabi nell’East End, lungo la White Chapel Road. Manca l’indirizzo nel nostro post…. dovrò decidermi a dar la caccia a tutti i biglietti da visita che ho sparsi ovunque… Lo trovi qui: http://bit.ly/2b69qrR. Grazie della visita, ma sei ancora a Londra?
Purtroppo sono già tornata, quindi mi segno il nome per il prossimo viaggio a Londra (spero presto)!