Dopo una buona colazione (e lunga chiacchierata) con Julia ci siamo messi in auto direzione le Gorges du Verdon. Faremo il sentiero… a rovescio. Perché il punto in cui solitamente si inizia il percorso non è accessibile con i cani: ci sono una sorta di scale a pioli, per cui ci limiteremo ad arrivare a 2-3 ore di cammino da dove siamo partiti e semplicemente tornare indietro, ma avremo un’idea “a feel” per questo celebre percorso a piedi. Grazie Julia per la dritta 🙂 … e per i panini!
Il problema, c’è sempre un problema, è che la strada che da Moustiers-Sainte-Mairie porta al Point Sublime passando per Palud sur Verdon, non è una strada qualunque. Comincia aprendo spettacolari viste sul lago di Sainte Croix, uno specchio d’acqua azzurro all’inverosimile, e poi continua tra pareti verticali che si schiantano di sotto sul Verdon, tra montagne dai profili spettacolari. E quindi quei 27 chilometri li percorri fermandoti per ogni dove a contemplare il paesaggio invece di tirar dritto ed arrivare presto alla meta.
Anche così alla fine arriviamo al Point Sublime. Frodo si fa il bagno (vogliamo che si rinfreschi, che la giornata è calda) in un punto senza corrente. Ci avventuriamo nel canyon tra viste mozzafiato e pareti che cadono da una tale altezza che ti senti un nonnulla. Su quelle rocce ogni tanto vedi puntini che si muovono, sono gli scalatori, piccoli ragnetti che servono a darti un senso di (s)proporzione e capire quanto alte siano quelle montagne: GASP!
Arriviamo presto alla prima galleria, ed io mi ricordo, con il tanto consueto quanto inutile ritardo, la raccomandazione della Guide du Routard: la torcia. Sono anni che fantastichiamo di prenderne una… senza farlo mai!
Piano B: l’Iphone, ma anche alla massima luminosità, la luce è assolutamente insufficiente. Vada ancora per la prima galleria, breve abbastanza che appena ti senti perso intravvedi già la luce in uscita. Per le altre, la più lunga è di circa 670mt mica poco, scopriamo presto quanto il buio pesto possa essere totalmente disorientante. Fin dai primi passi dopo l’ultima luce, il buio ti avvolge, i tuoi sensi sono totalmente ovattati ed in un quid sbagli direzione e sbatti contro la roccia. Autonomia zero. Il cane se la cava meglio, non so se sia l’olfatto a guidarlo o quel semplice sesto senso che hanno gli animali. Ma anziché procedere diritto e farci da guida, ci propone due tipi di aiuto: o tira come un folle in avanti (ma noi rischiamo di capitombolare) o in amoroso slancio ti si aggrappa alla gamba per montarti (cosa che non faceva dall’incontro con le due labrador nelle Yorkshire Dales). Eccolo il miglior amico dell’uomo in azione: non ci si può fidare di nessuno, mai.
Piano C ovvero il piano della sanguisuga
Minacciato Frodo di ammollarlo lì nella caverna per una decina d’anni se non si dà una calmata, l’unica altra soluzione possibile è quella di saltare addosso al primo che passa nella direzione giusta…. munito di torcia, ovviamente! I francesi sono gentili e non ci rifiutano il passaggio, gli inglesi ci avrebbero … no non dirò nulla di cattivo sui miei inglesi, non adesso che sono in Francia!
Si continua a camminare tra viste spettacolari, il Verdon in alcuni punti diventa impetuoso e ringhiante, in altri dolce e argentino. Pranziamo lungo il sentiero godendo appieno di quest’aria bella da respirare nonostante il caldo. Pieni di un senso d’avventura che solo un percorso così vario ti sa dare fin dai primi minuti di cammino.
Ci godiamo anche il viaggio di ritorno in auto, lì sospesi nel vuoto. Anche stasera due passi per Moustiers-Sainte-Marie. Domani si riparte ma qui occorre tornare. Devo far leggere a Giovanni “Un anno in Provenza” appena saremo a casa.
Le Gole del Verdon sono uno dei miei sogni nel cassetto… e chissà perché da quando ho iniziato a fantasticare di visitarle, non faccio altro che trovare in rete racconti di gente che c’è stata e ne è tornata entusiasta… sarà un segnale? 😉
Un segnale certamente! Ed un monito: ricordati la torcia! Scherzo, erano nel nostro stracolmo cassetto dei desideri da tempo immemore, sicché abbiamo scelto la strada più lunga per tornare a casa 😉