Ultimo giorno nella nostra casetta delle Yorkshire Dales. Per l’ultima volta accendiamo il camino nella saletta dove tutti e 3 ci rifugiamo la sera dopo cena, per l’ultima volta ci godiamo lo spettacolo di fagiani e scoiattoli che si contendono il cibo che cade dalle mangiatoie degli uccelli.
Per l’ultima volta sono nella veranda a godermi lo spettacolo dell’Ingleborough che guarda tutta la vallata di sotto, fino a risalire per prati fino al muretto a secco che ci separa dalle mucche della tenuta di fianco. Per l’ultima volta sono qui sul divano a voltare le pagine di “Notes from a small island” di Bill Bryson e ridere di cuore. Si certo sono anche curiosa di esplorare quel che verrà, ma è difficile ogni volta lasciare un posto che si è vissuto intensamente. Viaggiare con lo scambio casa fa mettere radici.
C’era ancora tanto da vedere da queste parti. Mica sciocchi gli “antichi”, quando leggi le pagine da Jane Austen, a Forster ad Agatha Christie, beh i viaggi all’epoca duravano tanto. Non esisteva la modalità week-end si viaggiava seriamente per mesi e mesi. Si viaggiava usando conoscenze e case, in modo da entrare in un contesto sociale preciso. Persino M.me Christie al suo primo viaggio in Medio Oriente (persino da sola) mica ci va per un paio di settimane… Occorre davvero che con Giovanni ci impegniamo ancora di più a scavarci dei “buchi di tempo” per le nostre fughe. Un primo passo importante lo abbiamo fatto senz’altro facendoci soci di Homelink nel 2005. Prevedo altri ulteriori stravolgimenti per la gestione del negozio…
Le Yorkshire Dales: ultime avventure e qualche rimando a JRR Tolkien
Oggi siamo infine riusciti a scalare l’Ingleborough (il 1° tentativo era miseramente fallito), sempre sotto la pioggia, ma senza vento è stata una passeggiata facile ma suggestiva. Abbiamo cambiato il lato di accesso, per esplorare un’altra parte dell’area. Qui il sentiero è segnato da un lungo percorso di lastroni di pietra. Frodo tra acqua e brughiera è letteralmente impazzito di gioia. Su in cima, la montagna spiana in un grande altipiano che devi percorrere per tutto il perimetro per gustarne i vari affacci. Nonostante il solito tempaccio a Nord, Nord-Est è ben visibile il Lake District National Park.
In questi ultimi giorni nello Yorkshire, con Giovanni abbiamo fatto a turno a prenderci un raffreddore coi fiocchi. Ma è stata un’estate pessima persino per lo standard inglese, ed a ritrovarsi con temperature massime di 10-13° è stato uno shock non proprio immediato da assorbire. Chiaramente per il peloso è un vero e proprio paradiso. È saltato il progetto di fare una scappata a Glasgow (ci ho vissuto dal 1994 al 1999), ed anche l’idea di tornare una terza volta al Lake District.
Abbiamo invece esplorato l’area ed i paesini circostanti. Ieri durante una passeggiata lungo un fiumiciattolo, nei pressi di Clapham, ci siamo imbattuti in una “Cave” da visitare. Entusiasta perché i cani sono ammessi, ho subito acquistato due biglietti, impallidendo un secondo dopo alla richiesta di £ 16,00. Peggio ancora quando in un lampo di lucidità mi sovviene che Cave non è una miniera ma una grotta… Ad ogni modo la visita ci porta nelle viscere della terra, occorre camminare per lunghi tratti con la schiena inclinata a 90°, un esercizio cui solo gli inglesi possono prestarsi con eccesso di goduria. Ma i disegni formati dalle rocce, i lunghi cunicoli che si aprono lateralmente, i punti in cui le formazioni rocciose si riflettono a specchio nell’acqua sottostante, beh passo dopo passo mi pare di rivivere Il Signore degli Anelli. La bella e solare campagna di Oxford è la Contea. La difficile salita all’Ingleborough è la salita al Caradhras. Oggi siamo a Moria, e sentiamo l’aria tiepida della caverna (8° senza vento e si sta meglio che fuori), camminare con luce fioca senza un appoggio sicuro ma dietro la nostra guida che magari con Gandalf non ha proprio nulla da spartire, ma con un po’ di fantasia…
Tanto per restare in tema, due giorni fa abbiamo persino incontrato Tom Bombadillo. Ci ha raggiunti alle falde dell’Ingleborough dove pioveva e faceva freddo. Lui aveva una camicia di flanella con le maniche rimboccate ed uno zainetto mignon sulle spalle, magro, capelli a boccoli bianchi, ma le guance paffute ed il viso sorridente. Gli occhi appena sporgenti, da laconico visionario, un po’ alla Dario Fo per intenderci, quando non sai se stia in questo mondo qui o in un futuro tutto da venire. Ci ha chiesto indicazioni. Gli ho detto che il sentiero portava ad Ingleton, ho aperto la mia mappa, e gli ho mostrato il punto in cui eravamo. Sorridendo ha detto che proprio non doveva andare ad Ingleton, ed alzando il braccio in maniera plateale lo ha abbassato perpendicolarmente rispetto alla nostra direzione, a mostrare la strada che intendeva fare. Tagliare la brughiera attraverso un sentiero che non c’è. I lunghi allegri passi hanno subito seguito le parole e dopo un po’ non lo vedevamo già più. Ma potevo sentire la sua voce
“Tom Bombadil is a merry fellow! Bright Blue his jacket is, and his boots are yellow!“
JRR Tolkien, Lord of the Rings
Addio Capitano, mio Capitano!
Qualche giorno fa, esattamente l’11 agosto 2014 è morto il mio caro Robin Williams, si è suicidato, ho sentito, ho letto che ha avuto problemi di droga e di alcool, ma non guardo spesso nella vita privata delle persone famose, troppo facile giudicare da lontano. Credo la sua non sia stata una vita facile: troppo sensibile lui e troppo pesante la vita a volte. Riposa in pace mio adorato Robin, per me sarei sempre l’allegro e sconcertante Mork, con le cui storie sono cresciuta da bambina. Sarai il Prof. Keating che ha ispirato almeno un’intera generazione, e di nuovo hai segnato la mia vita ai 18 anni, quando lo scontro col mio sistema scolastico si faceva forte. Sei stato l’incredibile Adrian Cronauer di Good Morning Vietnam, in cui l’assurdo del bello e brutto della vita esplodevano nel tentativo di fare qualcosa, comunque ad ogni costo. Ma sei stato anche l’indimenticabile sognante Peter Pan, il più bello che abbia mai letto o visto. Addio Capitano, mio Capitano!
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Allora non siamo le uniche che quando viaggiamo ci immaginiamo d’essere nei luoghi del Signore degli Anelli con tanto di citazioni random da vere malate 😀
Bellissimi luoghi, davvero sarebbe bello poter viaggiare come un tempo, con calma, per mesi e mesi.
No, direi proprio che non siete le uniche! Pensate voi che il mio papà mi raccontava le storie del Signore degli Anelli ed io solo 20 anni dopo avrei scoperto casualmente che in libreria … ne esisteva il libro! Come per ogni luogo da visitare… è bello sì non avere la sensazione di correre sempre dietro il tempo 🙂
Ciao! 🙂 Sono passata e non potevo non fermarmi per un saluto a chi chiama il suo cane Frodo e viaggia pensando (anche) a Tolkien. Sono luoghi magici, quelli che descrivi, e mi fanno venire voglia di tornare da quelle parti, in particolare in Scozia. Prima o poi lo farò. (Hanno agevolato anche l’entrata dei cani, così anche la mia Maya avrà meno scartoffie da compliare.)
Ciao Grazia, ci fa piacere scoprire un’altra appassionata di viaggi, Tolkien e pelosi. La nuova procedura ci ha consentito di arrivare agevolmente in UK (2500km dopo la partenza), si fatica invece ancora un po’ a trovare alberghi e ristoranti (pub ed affini) che ammettano i pelosi, il che è stata un’inaspettata sorpresa. Ho vissuto 6 in Scozia dunque non posso che approvare il tuo progetto di viaggia a nord a nord 🙂
Belle immagini e bel racconto !
ciao ciao
Max
In ritardissimo…. ma grazie <3
Frodo mitico…un pensiero anche al grande ed unico Capitano…per sempre nei nostri cuori…
Ma vedi quante cose che abbiamo in comune, anche il Capitano, sono stata così felice di trovare il tuo bell’articolo… 🙂
Abbiamo sicuramente una passione in comune! Il camminare!! Bravissimi e bellissimo racconto!!!!
Decisamente macinare km ci piace … Ho adocchiato diverse cose interessanti sul vostro blog, tornerò a leggervi appena superata la fase del rientro e della valanga di arretrati da recuperare…