
Doveva essere la nostra giornata “intermedia” con 600km di percorrenza e 6 ore di viaggio nette. Ma era domenica, e tra rientri e partenze d’agosto invece che alle 15,00 siamo arrivati quasi alle 20,00. Dal Passo San Gottardo, che mancava alla nostra collezione di “passi di confine”, a Basilea è stato uno stillicidio. A San Gottardo il bar dove abbiamo pranzato era sporco, affollato e con prezzi indecenti, € 8,50 per un moncone di baguette ghiacciata e molliccia, con due rondelle disidratate di pomodoro ed un indefinibile nonché trasparente fetta di formaggio. Una Svizzera che non sospettavo.

All’apparire di strade prive d’auto, paesetti sparsi tra filari di uva e montagne azzurrine sullo sfondo, ci prende la piacevole sensazione di tornare in un posto familiare (nel 2012 abbiamo trascorso un breve soggiorno qui in Alsazia). L’albergo di Mittelbergheim è in una di queste corti all’interno di una grande complesso a graticcio, la camera è in legno chiaro e moderno, confortevoli tappeti di cocco, profuma di pulito e ricercata semplicità. La cena nell’annesso ristorante (Raisin d’Or) è all’insegna dell’ottima cucina che rivisita la tradizione con piatti belli e più leggeri, i vini bianchi che chiamano anche in Francia “secchi” e che in Italia non berrei mai, qui sono sempre saporosi e ti lasciano la bocca bella.


Dopo cena abbiamo portato Frodo a fare una meritata passeggiata tra i vigneti e la luna. Poi un giretto in paese a guardare le case a graticcio con le pareti di pan di zenzero ed i tetti di marzapane. Le fiabe sono nate qui.


Al mattino prima di partire ho fatto una corsa nella prima “Cave” a conduzione familiare che incrociamo sulla strada. Un’anziana signora scende da una ripidissima scala di legno pian piano, gentile ma tranquilla nella sua sorridente lentezza. Mi mostra con orgoglio la sala degustazione, ma sono le 9,00 del mattino e proprio devo rinunciare al piacere. Assieme scendiamo nella cantina tra tini e botti ed un incredibile numero di bottiglie. I suoi due figli continuano la tradizione di famiglia. Con i miei Gewurztraminer Grand Cru torno orgogliosa in auto e si riprende.
