Mentre cercavo notizie su Napoli mi sono ritrovata – per sbaglio – sul sito internet di Insolita Guida. Non ho una gran passione per le visite guidate. Ma se sul sito in questione si ribadisce a più riprese che non si tratta di “Visite guidate” ma piuttosto di “Passeggiate Narrate”. E se balzano agli occhi itinerari insoliti come “Vicol e vicariell, purtun e purtunciell: Via Toledo”, “Non è vero… ma ci credo” autentica indagine nel mondo della scaramanzia, dalla superstizione al gioco del lotto, o ancora “Com’era Napoli nel ventennio – passeggiando con il Commissario Ricciardi” un percorso sulle tracce del commissario napoletano nato dalla penna di De Giovanni. Beh per tagliar corto, ho preso il telefono e mi sono prenotata per il primo tour disponibile!
La domenica alle 10,30 eravamo puntuali di fronte Porta San Gennaro ad attendere Lina che ci farà da… Insolita Guida. Dopo il primo delizioso caffè, si intende.
Il tour comincia attraversando Via Vergini ed il suo mercato, affollato, a tratti impraticabile, ma colorato e profumato … dai ragù che cuociono in pentola nelle case dalle finestre aperte. Non c’è spazio per dubbi: è domenica.
Prima fermata il Palazzo dello Spagnuolo, che nel caos della strada forse quasi non avrei notato, ma varcato il portone ci aspetta una delizia. Una scala dai mille occhi da sembrare una quinta teatrale, un verde pastello così elegante e di altri tempi da colpire per contrasto con i vivaci colori di fuori, finestre pregiate e stucchi eleganti. La scala monumentale è opera del Sanfelice, ed Insolita-Lina ci dà una chiave di lettura che ci tornerà utile ogni volta che entreremo a spiare (accadrà spesso, fidatevi) gli interni dei portoni Napoletani. Le scale non sono semplici rampe di accesso, ma sono concepite come “luoghi della vita sociale”: sulle scale dei cortili ci si ritrova, si passa tempo a chiacchierare e svolgere lavori domestici, non erano semplici luoghi di passaggio, tra le scale si viveva. Di qui la necessità di ampi pianerottoli e di questa facciata cha pare una quinta teatrale, un modello che magari in versione più semplice si ritrova in tanti palazzi napoletani
Una curiosità, qui fin dal 2003 (lo dice anche la mia vecchia Guide du Routard del lontano… 2004) si attendeva l’eminente apertura del Museo di Totò (che nel Rione Sanità ci è nato!), sono stati investiti soldi e soldini, la figlia di Totò avrebbe donato tanti ricordi di famiglia, e poi…. e poi eccoci ancora qui a parlarne, del museo nessuna traccia, e gli interni tra poco richiederanno nuovi interventi di manutenzione. Peccato!
Nuovo portone e siamo a Palazzo San Felice con le sue sirene, i suoi cortili gemelli-diversi, le sue scale ed il suo giardino interno. Ed ancora passando tra le pescherie, ecco emergere la cupola maiolicata di Santa Maria della Sanità, nel Rione conosciuta più come la Chiesa di San Vincenzo O’ Munacone, riferendosi al santo che salvò Napoli da un’epidemia di colera. Tra i dipinti alcune tele di Luca Giordano, Lina ce ne rivela il nomignolo napoletano “Luca fa’mpress” (trad. Luca fa presto), che non è un esortativo “Luca fai presto, muoviti!” ma ha funziona aggettivale “Luca quello che fa presto”. Luca Giordano, ritenuto pittore minore rispetto ai grandi nomi dell’epoca, era chiamato quando occorreva finire velocemente un lavoro. Sapeva lavorare contemporaneamente con due mani a due soggetti diversi. Con la destra un ritratto, e con la sinistra un paesaggio. Ed i dissacranti Napoletani invece che definirlo genio … lo hanno ribattezzato così.
Un’imponente scala corona l’altare della chiesa, tutta preziosa, tutta in marmo. Ma a noi interessa carpirne “la cifra”, il significato al di là dei pregevolissimi meriti architettonici. La nostra Insolita-Lina ci dice che per i Napoletani il Paradiso non è mai a portata di mano. Vanno direttamente in Paradiso solo i Santi ed i Beati, a tutti gli altri tocca invece il Purgatorio, e quelle scale irte rappresentano il duro cammino per ottenere il Paradiso. Insomma i Napoletani che in terra non hanno vita facile, non riescono neppure ad immaginare che dopo la morte le cose possano essere più agevoli. Staranno nelle fiamme del Purgatorio, e solo aiutati dalle preghiere dei familiari, cominceranno il loro cammino per il Paradiso.
Le Catacombe di San Gaudioso sotto la chiesa sono chiuse per lavori, ma nel cortile possiamo ammirare il Ponte della Sanità che dopo essere saltato di casa in casa, affonda i suoi piloni nel chiostro senza remora alcuna. I francesi, a quanto pare, non avevano la sensibilità spagnola e non si fermavano davanti a nulla, strada doveva esserci e strada fu!
Le stradelle della Sanità sono colorate. Ogni centimetro di aria all’aperto viene sfruttato per stendere i panni, non importa se su un marciapiede o a margine strada. Questi fili multicolore diventano ornamento che nasconde le facciate scrostate dei palazzi.
Via delle Fontanelle, nasce proprio sul percorso di uno dei 4 corsi d’acqua (impluvi) che hanno scavato nel tempo le grotte di tufo a monte portando a valle quella che era chiamata la “lava dei Vergini”. Nel 600, un’alluvione più terribile delle altre portò per le strade della Sanità, le salme che venivano portate alle Fontanelle dai salmatari. La gente si barricò in casa per giorni per paura di riconoscere tra i tanti corpi qualcuno dei propri cari. Seguirono gli anni terribili per Napoli, peste, carestie decimarono la popolazione e le Fontanelle divennero il luogo ufficiale di sepoltura.
Avevo letto e sentito parlare del Cimitero delle Fontanelle, ma non mi aspettavo un luogo di tali dimensioni e carico di tanta suggestione. Un luogo che rimase per anni dimenticato ma nel 1872 Don Gaetano Barbati cominciò a “mettere ordine” nell’ossario con l’aiuto di alcune popolane.
Il luogo divenne luogo di culto delle “anime pezzentelle”. Accadeva che un’anima apparisse nei sogni ad una donna, e questa si recava nell’ossario a cercare la testa che le era apparsa, la adottava ponendoci su un rosario, o un fazzoletto e con le preghiere “rifrescandone” il cammino dal Purgatorio al Paradiso, arrecandole momentaneo sollievo dalle fiamme eterne. Chiaramente tanto culto e devozione andavano…. ricambiati concedendo una qualche grazia ai viventi (il figlio tanto desiderato, i numeri per una vincita al lotto, uno sposo, la guarigione da una malattia…). Un rapporto di collaborazione reciproca, insomma. I Napoletani sono sì dei sognatori, ma anche dei pragmatici: io aiuto te, e tu aiuti me, se no come ti ho adottato così ti abbandono caro teschio mio.
Le infinità di ossa, non devono trarre in inganno, le teste non sono tutti uguali, ci sono gli sposi Carafa, il Capitano, la Bimba, Lucia, la Capa che suda e per ciascuna almeno una storia che vi fa entrare nel cuore grande di questa città dalle mille usanze, tradizioni, leggende… E se queste storie volete ascoltare, basterà che alla vostra prossima visita a Napoli vi prenotiate un tour con Insolita Guida, vi garantiamo una visita coinvolgente, divertente e sopra le righe. Ma soprattutto la compagnia di una persona del posto, preparata ed appassionata al suo lavoro, che al di là delle descrizioni da guida turistica (sostituibile con un qualsiasi libro) vi saprà introdurre a vita, modi e costumi (passati e presenti) della Napoli più vera ed autentica. Prova ne sia che il gruppo che era con noi non era composto di soli turisti ma di tanti Napoletani che vogliono riscoprire la propria storia.
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Molto interessante e diversa questa “passeggiata narrante”!
Me lo tengo segnato per quando andrò a Napoli (forse per quest’estate riesco a organizzarmi!).
Ed in estate il ventaglio di proposte di Insolita Guida cresce tantissimo, ci sono alcune chicche che anch’io non vorrei perdermi. Quando arriverà il momento di partire, facci sapere così ti seguiremo a distanza 🙂
Uno dei miei quartieri preferiti e meno visitati della città. Io lo consiglio sempre quando gli amici o conoscenti mi chiedono cosa visitare. 🙂
Ottima scelta!!!
Buona giornata carissimi.
Napoli è stata autentica rivelazione, proprio in luoghi come Rione Sanità, dove non ti aspetti nulla e trovi invece gioielli e tesori nascosti. Torneremo!
Spero che la prossima volta posso farvela scoprire io personalmenete. Intanto…. già sapete che vi aspetto altrove 😉