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L’Italia Ideale

Il nostro treno dell’Eurotunnel non funziona 😉 ci reimbarcano su un treno nuovo nuovo con 50 minuti di ritardo. Per ingannare l’attesa ho chiesto a Giovanni dove immagina le vacanze dell’anno prossimo. Questa è la parte più bella di ogni viaggio, immaginare una nuova meta, la fase della pre-decisione, quando ogni giorno puoi inventarti una nuova destinazione. Le nominiamo tutte Scandinavia, Portogallo, Grecia, Alpi, Balcani. Finché nel ventaglio di possibilità si presenta l’idea: l’Italia. Ti immagini avere due interi mesi a disposizione per visitare l’Italia? L’ispirazione è nata da un programma della BBC mandato in onda oggi dedicato all’Italia, ai suoi mercati, all’amore per il cibo, alle coltivazioni pregiate, ai mercati cittadini, alla passione per il bello ed il buono. Mi è sembrato un paese solare e meraviglioso, con gente ganza che lavora sodo ma senza affanni. Si tratta di una visione idealizzata che solo due persone fuori dall’Italia da abbastanza tempo riescono ad avere. Ed io vorrei visitare, per una volta, l’Italia con gli occhi amoreggianti di uno straniero. No, non è l’itinerario del prossimo viaggio, soltanto l’ennesimo sogno da custodire nel cassetto strapieno di esotiche golosità di viaggio….

Gli inglesi e gli stranieri

A proposito di stranieri e del rapporto che gli inglesi hanno con i “foreigners”, ieri nella nostra Guest House abbiamo conosciuto una signora a pensione da circa 2 settimane (a Dover? Non ci posso credere, che ci fai, per di più senza auto, dopo 24 ore a Dover?!). Stamani mi ha chiesto se avessimo visitato il castello, ho detto di no, che ieri sera avremmo voluto farci una capatina, ma che certe facce in giro non ci sono sembrate rassicuranti e siamo tornati alla Guest House subito dopo cena. Lei mi guarda incredula e stranita “Io da quando sono qui mi sono sempre sentita al sicuro, in ogni occasione. Dover è un posto estremamente tranquillo”. Pensando di averla in qualche modo offesa cerco di correggere il tiro “Beh forse è solo che abbiamo incontrato un paio di persone sbagliate and we got the wrong impression”. Lei mi guarda seria, annuisce gravemente, e conclude “Beh si, in posti come questo ci sono tanti stranieri”. Ho incassato senza replicare. Un personaggio alla Agatha Christie fuor d’ogni dubbio.

In Francia come a casa? Sentimenti strani

Anche il nostro treno in ritardo alla fine arriva a Calais. Nemmeno sbarchiamo che ci prende un sentimento esilarante come il bello d’essere tornati a casa. Eppure siamo in Francia, peggio siamo diretti a Parigi. Forse è solo la piacevolissima sensazione di guidare sul lato giusto della strada, di vedere un’autostrada fatta a mestiere, che nelle stazioni di servizio si può entrare col cane. Forse il sole. Boh! Ed io che considero la Gran Bretagna la mia seconda patria, mi sento annichilita da questo mio inaspettato sentire…

Il nostro nuovo quartiere arabo

Entriamo a Parigi, più precisamente ad Aulnay-sous-Bois vicino il Parc des Expositions che mi aspetta per una fiera di lavoro. Aulnay è un quartiere multietnico, forse a maggioranza araba, niente a che vedere con l’East End di Londra. Qui c’è gente benestante. I padroni di casa, marocchini, hanno quel tipico piglio “chiappino e sorridente” dell’oriente, fanno le feste a Frodo, ci aiutano col bagaglio, lei si propone (impone) di accompagnarmi in auto domani mattina fino alla metro. A fine soggiorno ci chiederanno una “bonne recension sur Booking”. Ci sta, l’appartamento è dotato di tutto, lindo e pinto. Il quartiere è vivace, pieno di negozi alimentari dove puoi trovare di tutto: dal cuscus al formaggio per il paneeer, dal mango al migliore basmati anche in sacchi famiglia da 10 e 20kg, un’infinita varietà di spezie e di olive. Solo le boulangeries sono a conduzione francese. C’est la tradition, ça.

38) Inghilterra 2014 – Dover/Parigi fra pensieri sparpagliati e la nostra casa nella banlieu parigina
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Quattro chiacchiere ed una tazza di... te!

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