Ho visto concerti di Mango in estate ed in pieno inverno, mai sul mare sempre nei luoghi più interni della Basilicata. Ma se gli penso, vedo sempre l’estate. I chilometri fatti con lo scooter per raggiungere qualche paesino lucano, tra i campi di grano su cui di sera si alza qualche ultima scintilla, e nell’aria l’odore acre delle stoppie bruciate.
La sua voce che si alza come volo di falco, e quella musica calzante, sensuale come il succedersi delle onde del mare. Il respiro del Mediterraneo in tutte le sue canzoni. Volta alto, Pino, come la tua “nuvola che va / vola già / dentro nell’eternità”. Ti porti dietro un pezzetto del nostro cuore.
Mediterraneo (1994)
Bianco e azzurro sei
con le isole che stanno lì
le rocce e il mare
coi gabbiani
Mediterraneo da vedere
con le arance
Mediterraneo da mangiare
La montagna là
e la strada che piano vien giù
tra i pini e il sole
un paese
Mediterraneo da scoprire
con le chiese
Mediterraneo da pregare
Siedi qui
e getta lo sguardo giù
tra gli ulivi
l’acqua è scura quasi blu
e lassù
vola un falco lassù
sembra guardi noi
fermi così
grandi come mai
guarda là
quella nuvola che va
vola già
dentro nell’eternità
Quella lunga scia
della gente in silenzio per via
che prega piano
sotto il sole
Mediterraneo da soffrire
sotto il sole
Mediterraneo per morire
Siedi qui
e lasciati andar così
lascia che
entri il sole dentro te
e respira
tutta l’aria che puoi
i profumi che
senti anche tu
sparsi intorno a noi
guarda là
quella nuvola che va
vola già
dentro nell’eternità
Anche per me è stata una grave perdita! Ancora non voglio crederci.