Il Parco Regionale delle Alpi Apuane
“Ma dove stiamo andando?” mi chiede Gianni guidando tra curve e tornanti, Veniamo dalla Provenza, la strada è stata tanta e ci siamo appena lasciati Lucca alle spalle.
“Di preciso non lo so, si chiamano Alpi Apuane, ma cosa ci sia quassù non saprei….” Non è proprio vero, qualche anno fa avevo letto un post di Mamma Giramondo e come tanti dei suoi post, scritti con quella sua verve di ammaliatrice, mi era rimasto nel cuore.
Il termometro scende dai 35° della Provenza a 18°. La strada si arrampica, sotto la pioggia, tra gole di roccia e bruschi tornanti. I densi boschi dell’Appennino ci circondano e dopo l’ennesima curva, e galleria, ecco comparire possenti Montagne appuntite, quelle a cono come le disegnerebbe un bambino. Sono così imponenti e la stradina roba così piccina da farti sentire quasi fuori posto: cosa ci fai quassù?
Stiamo cercando un’isola, un’isola nel Lago. E quel solo nome “Isola Santa” è bastato a tirarci fin qui in uno dei nostri mitici fuori pista sulla strada di quello che doveva essere un… ritorno a casa.
Il solo viaggio per arrivare nel cuore delle Apuane ci ha già tolto il fiato, lavata via la stanchezza del viaggio, e riempito di quella grande voglia di esplorare che ci spinge appena possibile a partire.
Il Borgo nel Lago di Isola Santa
Quando finalmente la strada sembra appena spianare un po’, sulla destra lo vediamo, il laghetto circondato da grandi cime come fosse un lago Alpino, e nel suo mezzo una lingua di terra che si estende, con una manciata di case in pietra. La sagoma quadrata del Campanile e quella della Chiesa di San Jacopo spiccano su tutte. E la fantasia vola già ai viandanti che nel MedioEvo qui trovavano asilo nel corso dei loro pellegrinaggi,
É amore a prima vista.
Anche sotto i goccioloni d’acqua facciamo un giro in questo piccolo borgo che pare sotto incantesimo. Forse quello stesso incantesimo che le ha salvato la vita. Quando per costruire la diga il letto del fiume venne sbarrato, il vecchio Mulino Vecchio e con lui l’antico ponte, furono sommersi dalle acque del nuovo lago. Isola Santa era appena in alto abbastanza per salvarsi. è diventata un borgo albergo, e qui, nella Casa del Pescatore si può venire anche a mangiare un gustoso boccone. Non manchiamo di salutare timidamente il piccolo cimitero, immerso nel verde e protetto da muri in pietra.
Escursione al Borgo Fantasma di Col di Favilla
E camminando arriviamo alla Diga, le acque scure nulla fanno scorgere del Vecchio Mulino ma troviamo le indicazioni che domani ci porteranno a Col Di Favilla, una delle tante escursioni possibili in zona. Potevamo mai rinunciare a visitare un Borgo Fantasma che si raggiunge solo attraversando questo fitto bosco in cui noci e castagni sono già pronti di doni per l’autunno? Certo che no.
Alloggiare (e mangiare!) nel Borgo Albergo di Ceragetta
Per visitare un luogo speciale meglio… usare per l’alloggio un posto speciale! Ceragetta era un “semplice” ristorante finché quel chiodo fisso, quella visione non ha preso piede. Cosa sarebbe accaduto se quelle pietre nel borgo scomparso poco più in basso fossero risorte a nuova vita?
E così avanti una casa alla volta, un albero alla volta, un giardino alla volta. Archi, passaggi di pietra, scale e scalette sono risorte a nuova vita. Accoglienti appartamentini indipendenti in cui è bello trattenersi e sentirsi di casa. Siamo decisamente più in alto rispetto al Lago Isola Santa, e sia dal borgo che dal ristorante la vista è davvero mozzafiato.
Quando siamo entrati nel nostro appartamentino la tavola era già imbandita per la ricca colazione del giorno dopo. L’appartamento caldo ed accogliente ed il giardino così grazioso e pieno di fiori che non sapevamo noi stessi se stare dentro o stare fuori.
A cena, per chi come noi, preferisce la formula mezza pensione, si raggiunge il Ristorante di Ceragetta a meno di un chilometro di distanza dal Borgo Albergo (e 900 mt di quota anche di qui la vista di giorno sul lago è da lasciare senza parole!). Si mangiano cose buone e genuine, in un’atmosfera allegra. Il proprietario e famiglia sono pronti a spiegarti la storia di ogni piatto come a raccontarti storie del posto. Una delizia per il palato e per il cuore di chi viaggia anche per incontrare.
Ci hanno preparato un packet lunch per il giorno dopo, che la meta successiva era proprio il borgo fantasma di Col di Favilla. Una scelta felice perché con le temperature calate, e la pioggia abbondante (ma chi aveva il coraggio di dire mai a Frodo: non si va?), quel panino ci avrebbe scaldato il cuore e dato le forze per goderci la camminata per quanto bagnata!
E dimenticavo a Ceragetta ci sono anche la piscina magnifica in cui si specchiano le montagne dintorno ed I BBQ all’esterno che ti fanno subito venire voglia di organizzare qualcosa di speciale.
Informazioni sul Lago Isola Santa e le Alpi Apuane
Ci sono ancora paesi e e paesini, laghi e corsi d’acqua, passeggiate che non abbiamo avuto il tempo di compiere. Ah la prossima volta quante cose avremo da fare da queste parti!
Conto di pubblicare a breve un post sulla nostra escursione al Borgo Fantasma di Col di Favilla, ma spero che sia traspaia dalle mie righe che questo posto è un autentico paradiso chi ama escursioni, passeggiate, piccoli borghi dal fascino senza tempo e luoghi evocativi quanto misteriosi.
Sitoweb del Parco Regionale delle Alpi Apuane
Maggiori informazioni sul Ristorante di Ceragetta ed il Borgo Albergo, Al momento della nostra visita Ceragetta non era sui soliti siti per prenotazioni (che non sempre rendono la vita facile ai piccoli operatori), chiamateli o mandategli una mail senza esitazione. Vi troverete benissimo, parola di Frodo!
(e poi raccontatecelo!)