Ed infine siamo partiti per un altro epico nostro viaggio.
In questi ultimi giorni di folli corse sono stata presa dalle mie solite ansie: ma come ho fatto questo inverno a pensare di mollare casa e negozio per 6 settimane. È pura follia! Le aziende, i fornitori, le scadenze, la pagina Facebook, il giardino, la siccità, le piante: ARGH! E se non ci abituassimo mai a guidare a sinistra? Frodo il campagnolo sbattuto nel centro di Londra… E poi quelle maledette valigie, sempre troppe e sempre troppo piene.
Nelle ultime settimane le mie ansie sono state un crescendo, culminate in una ennesima notte insonne intermezzata da sprazzi di incubo di ogni tipo. Non sono una viaggiatrice. Mi salva il fatto di “pianificare” le vacanze in periodi non sospetti. In pieno inverno pensare ad un’estate vagabonda mi scalda il cuore. I viaggi crescono in lunghezza e pare non ci siano giorni che bastino, e di difficoltà organizzative e paure in quel periodo neppure l’ombra.
Così un giorno d’estate mi rendo conto che tra alberghi prenotati, accordi con le case da scambiare, qualche prenotazione qua e là, è troppo tardi per tirarsi indietro. Partire mi tocca: il viaggio da fantasia è diventato realtà.
Chiudo la porta di casa, dò l’ultima occhiata alla campagna, entro in macchina sorda ai tentativi di Giovanni di tirarmi su, credo di sprofondare nella malinconia, rombo del motore e partenza. Neppure 500mt di casa e so di stare guardando la stessa campagna che vedo ogni giorno con un occhio diverso, armato di curiosità e desiderio di scoprire cose belle. Altri 500 metri e la muta è completa. Le malinconie sono svaporate, la paure annullate, la frenesia del viaggio mi ha preso. Si va.