La scura scura Montagna della Vecchia
Stamani alle 8,00 eravamo in auto per imboccare tra il Fond de France e Playnet, il Sentiero dei 7 Laghi. Siamo sempre sul massiccio della Chamrousse. Anche oggi il dislivello è notevole si parte dai 1000mt della base, ed il Rifugio ci attende a 2135mt di quota. In auto attraversiamo verdi boschi con la stessa sensazione dell’ultima volta che non appena la strada comincia a salire dalla Valle alle Montagne il paesaggio cambia e con lui le umane cose (e case). I paeselli prendono subito il carattere di borghi di montagna e le villette diventano baite o quantomeno rustiche case in pietra e legno.
Lasciata l’auto al parcheggio ci immergiamo in un profumato bosco di conifere che ogni tanto dirada facendoci ammirare le imponenti montagne d’intorno. All’inizio del sentiero paiono così alte, maestose e irraggiungibili, che solo una volta in quota scopriremo che il sentiero ci avrebbe portato fin lassù. E sale, sale, salirà… fin dal primo paso, senza variazioni di ritmo, sin dalla pineta, poi nella lunga scala che si apre tra le fenditure della roccia, fino all’altissimo valico ai piedi del Col de la Vieille: siamo a quota 2090mt. Il profilo della Montagna della Vecchia è così spigoloso, scuro, imponente che non mi meraviglia lo abbiano chiamato così.
Un Rifugio sottotono ed un malritrovato patriottismo
Al di là del valico ci attende un fitto nebbione, i laghi si intravvedono appena. Poco oltre ci pare di distinguere il Rifugio, tutto tace dintorno, che sia chiuso? Apro una porta e mi ritrovo direttamente in cucina, qui siamo invitati ad entrare per il normale ingresso, togliamo zaini e scarponi ed entriamo in un rifugio semplice come un ostello. Un ragazzetto si affaccia a chiederci cosa prendiamo, il menu non troppo vario propone omelette ai funghi, omelette al formaggio, omelette al bacon, ogni combinazione dei 3 ingredienti, punto. Optiamo per due omelette formaggio e funghi. Siamo affamati come si è affamati soltanto in montagna. Arriva la prima fumante omelette bruciata fuori e cruda dentro. Peggio i funghi usati sono funghi secchi, che non sono stati preventivamente ammollati in acqua tiepida ma vengono buttati direttamente nell’impasto della frittata. Sicché rimangono duri e secchi nel migliore dei casi, e nel peggiore dei casi vomitano fuori terra e sabbia. Il peggiore dei casi è capitato a Giovanni. Gli altri commensali stanno ripulendo i propri piatti con il pane, come non avessero mai mangiato niente di meglio in vita loro, e fanno ripetuti complimenti al giovane chef.
Non possiamo essere da meno, decido in un lampo di raro patriottismo. Mi raccomando a Giovanni di agire da vero Montagnard francese senza fare capricci da italianetto schifiltoso. Lui è evidentemente molto poco d’accordo. Lo obbligo a ripulire il piatto raccogliendo tutto prima in un tovagliolo di carta e poi nel nostro sacchetto dei rifiuti, approfittando di un momento di distrazione generale. Giovanni protesta che così facendo il brufoloso (che ci fa aspettare buoni 15 minuti nella consegna fra la prima e la seconda omelette, ripetendo ogni volta da capo l’operazione invece di raddoppiare le dosi) si convincerà di essere il migliore chef al mondo. Io insisto che delle 20 persone presenti in sala saremmo gli unici due ITALIANI rompiballe. Ripensandoci adesso, forse forse aveva ragione Giovanni, ma non glielo dite. Con una scusa mi avventuro in cucina e scopro con orrore che il dessert si prepara con frutta in scatola e crema pasticcera versata dal tetrapak. Austria mia dolce Austria con i tuoi gnocchi, canederli e fantastici Strudel rigorosamente fatti in casa persino a 3000mt di quota, la calda ed accogliente Stube sempre accesa dove sei?
Nebbia
Usciamo dall’Ostello e la nebbia ci sbatte contro. Non si vede ad un palmo dal naso. Ed il percorso che appariva così ovvio all’arrivo, adesso diventa un labirintino rompicapo. Vai, torna indietro, riprova, forza gira di qui. È incredibile il potere disorientante della nebbia!
La discesa è stata penosa. Non ho problemi a salire, ma scendere lungo più di 1000mt di dislivello è particolarmente penoso. Giovanni e Frodo mi aspettano pazienti, perché io con le discese ho difficoltà tutte mie. Il giorno dopo quando mi sveglierò non un solo muscolo, tendine e legamento non sarà tutto dolente. Ma la nostra casa ha una risorsa antifatica tutta speciale: la piscina. Intendo approfittarne senza remora alcuna.
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Gallery:












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Sul sito della Val d’Isère trovate tutte le indicazioni necessarie per raggiungere ed affrontare la camminata: Val d’Isère
Il sentiero è lungo 9km in sola andata (occorre tornare per lo stesso percorso)
é classificato come Sentiero Rosso, dunque difficile (più per lunghezza e dislivello che per passaggi pericolosi; ed il fondo in alcuni tratti impegnativo)
Dislivello complessivo: 1150mt
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Questo articolo fa parte del nostro On-the-road di casa in casa in un’Insolita Francia del Sud:
Posti meravigliosi!
Finché si vedeva qualcosa… 😉