Qualche post fa parlavamo di geni del viaggiatore, della possibilità di rintracciare tra le proprie linee di sangue quella vena di “nomadismo” che, pur saltando qualche generazione, riappare per ossessionare le nostre esistenze…
Ho chiesto a 3 bloggers di raccontarci come è … cominciata, e le 3 coraggiose hanno deciso di condividere con noi un pezzetto della storia della loro ossessione nomade.
Eli Sunday Siyabi: Emigranti o Nomadi?
Eli di Too Happy to Be Homesick ha un doppio gene che la perseguita, e trovo intrigante il continuo parallelo tra le sue scelte di viaggio e quelle dei suoi avi, e grandiosa la citazione finale… una summa del suo carattere autoironico.
“L’idea di viaggio era la stessa, e così il desiderio di espatriare: loro a cercare fortuna, io le mie passioni. Mi dicono che la passione – insieme alla necessità di lavorare e mantenere la famiglia – spinse anche loro, agli inizi del Novecento, a imbarcarsi uno per il Venezuela, gli altri per l’Argentina.
Questi ultimi erano i genitori di mia nonna materna, che partirono con due bambini e tornarono con tre. I soldi racimolati per il viaggio li nascosero nella biancheria intima: proprio come faccio io oggi quando mi imbarco su un autobus notturno in Thailandia o in Cambogia.
Trovarono lavoro in una fazenda nella Pampa argentina, e quando nacque la bambina, il papà fece due giorni di viaggio per consegnare la nascita. Tornarono in Piemonte quando le cavallette rovinarono tutti i raccolti. In tutto ebbero dieci figli. Quando la figlia nata in Argentina (di nome Maria detta Marieta e infine Ieta) volle sposarsi, non avendo i documenti di nascita, il parroco non sapeva niente di lei. Allora, per due domeniche consecutive chiese durante la Messa se qualcuno avesse qualcosa in contrario. Non avendo ricevuto risposta, la sposò.
Diversa è la storia del papà di un cugino di mio padre, che emigrò in Venezuela lasciando la famiglia a casa. Quando poi moglie e figlio lo raggiunsero in Venezuela, scoprirono che laggiù il Signore si era fatto un’altra famiglia. Tornarono indietro, e a casa dissero che erano tornati perché laggiù lei pativa l’aria.
“Emigrante. Un ingenuo convinto che un paese possa essere migliore di un altro“.
– Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911
Patrizia, fotografia e nomadismo
Patrizia è l’autrice di un incredibile Bonifici e Sogni, un blog in cui immagini e testi si rincorrono in un incalzante ritmo narrativo.


“La mania per i viaggi, perché secondo me la mia è quasi una mania con tutti i risvolti tragicomici delle patologie, è nata con me. Mi è sempre piaciuto un sacco viaggiare e contestualmente fotografare, fosse anche l’altro quartiere della città e se devo fare riferimento a qualche avo ispiratore, senza dubbio mi viene in mente il filone paterno da cui provengo e lo zio materno. Il mio bisnonno paterno fu fotografo di guerra. Suo figlio, quindi lo zio di mio padre, della fotografia ne fece un vero e proprio lavoro agli inizi del ‘900 specializzandosi in fotografia naturalistica e paesaggistica e viaggiando in un lungo e in largo soprattutto sulle zone alpine. Mio zio materno invece, sessantottino d’eccellenza, scomparve per lunghi periodi a vivere la cultura hippie chissà dove… so per certo che visse ad Amsterdam e in Brasile ma sicuramente sono più le cose che non so di quelle dichiarate ufficialmente. Insomma, con un incrocio genetico di questo genere non potevo non diventare cittadina del mondo ed è forse anche per questo che Cagliari è la settima città in cui vivo da 20 anni a questa parte !“
Valentina che andò nei boschi per vivere con saggezza e con profondità…
L’incontro con Valentina mi ha ricordato quando da bambina mi ostinavo a guardare il mondo a testa in giù perché solo così potevo guardare di più il cielo, perdermi tra le nuvole e ricordarmi che noi uomini siamo formichine di un ben più grande universo. Il suo blog Travel Upside Down sprizza personalità da tutti i pori. Nel suo caso il contagio del Mal di Viaggio è stato letterario:

“Uno dei libri più ispiranti che ho letto sulla vita e sul viaggio è stato “Walden” di Henry David Thoreau, scritto a metà del 1800 e ancora oggi attuale e moderno. Thoreau dedicò due anni della sua vita ad una speciale avventura e la documentò dettagliamente nel suo diario di giorno in giorno. Egli decise di compiere un esperimento di sopravvivenza in mezzo alla natura, scegliendo un ritorno alla vita primordiale che gli consentisse di instaurare un rapporto intimo con l’ambiente e con una parte di se stesso che temeva di perdere. L’idea di Thoreau consisteva in qualcosa di semplice ma allo stesso molto arduo da raggiungere: il ritorno alle piccole cose per contrastare il forte materialismo dell’epoca.
Io allo stesso modo, amo viaggiare in luoghi a stretto contatto con la natura, salire in cima ai monti, esplorare, nuotare, ritrovare la pace in mezzo a paesaggi incontaminati. Adoro ammirare panorami, sentirmi sola a due passi dal cielo o leggera come un pesce sott’acqua e cerco di godere delle piccole grandi cose che ci offre il nostro pianeta. Camminare negli ambienti naturali ci fa assaporare ogni singolo passo e ogni dettaglio attorno a noi. Si può essere esploratori dall’altro capo del mondo così come all’angolo di casa propria: l’importante è saper osservare la bellezza attorno a noi.”
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Grazie a tutte e 3 di <3 per averci dedicato del tempo ed essere approdate, per sbaglio, su questo embrione di blog 🙂
Grazie per avermi invitato a collaborare a questa simpaticissima iniziativa ! Il tuo spazio si sta arricchendo di giorno in giorno, complimenti!
Grazie Patrizia dei complimenti, ancora di più si sta arricchendo la cerchia di persone bellissime che stiamo conoscendo, certo adesso solo virtualmente, ma domani sono certa che finiremo con l’incontrarne molte. Per il momento questi scambi creativi, mi danno un nuovo e più ampio respiro 🙂
Grazie Roberta per avermi chiesto di raccontare il mio gene viaggiatore: se non me l’avessi chiesto , non avrei mai scoperto certe meraviglie combinate dai miei avi dall’altra parte dell’oceano.
Ps. Il tuo blog è bellissimo e sono certa crescerà rapidamente: sei veramente brava a cogliere le cose curiose. Solo due turisti per sbaglio potrebbero farlo così bene – naturalmente con cane al seguito.
Famiglia decisamente avventurosa e varia la tua Eli, da tanto … biodiversità non poteva che nascere una splendida TUS (turnupstuffer) con tante meravigliose cose da farci scoprire. Se però qualche volta non mi risponderai perché starai tagliando fuori il caos per concentrarti sul tuo progetto… sarò felice del tuo silenzio 🙂
Quando leggo questa Turnuostuffer mi viene da ridere!! 😀
Sono felice della tua tirata d’orecchie: devo provare a spegnere sto wi-fi per almeno un’ora al giorno.
W i buoni propositi 🙂
Grazie Roberta per avermi coinvolta, tra l’altro accostata ad altre due belle persone 🙂 questo spazio è molto carino e merita tutta l’attenzione dei lettori 🙂
Grazie dei complimenti Vale, ma soprattutto grazie a voi 3 di aver dedicato del tempo ad un blogettino nuovo nuovo <3
ma che belli i racconti di quelle belle viaggiatrici!
Davvero una bellissima idea questa del “gene viaggiatore” 🙂
Ben arrivata sul nostro blog Farah. Anche io li ho adorati… e se poi mi fai troppi complimenti rischi un invito per la prossima “uscita”… 😉
interessante! Se avete in mente altre “interviste” contatemi 🙂
Cra Valentina, si, è una rubrica che vorrei riprendere… scrivimi pure la storia del tuo Gene Viaggiatore la metterò insieme a quella di altri altri e ne uscirà un nuovo articolo. Grazie 🙂